La schizofrenia si curerà attraverso un avatar. E’ quanto
emerge da un’indagine condotta da un gruppo di ricercatori dell’University
College of London. La ricerca, su 16 pazienti schizofrenici, ha testato una
nuova tecnica: l’avatar therapy. Come funziona? Coloro che soffrono di questo
particolare disturbo mentale avranno finalmente davanti il persecutore
immaginario e potranno parlarci. In un certo senso, le loro paure diventeranno
realtà. Il terapista, poi, potrà intervenire proprio attraverso questo
personaggio, incoraggiandoli a opporsi alle voci che spesso suggeriscono di
provocare danni ai familiari o a loro stessi. Pubblicata sul British Journal of
Psychiatry, l’analisi ha dimostrato che la paura di essere perseguitati, se
trasferita su un altro soggetto, favorirebbe il controllo dei comportamenti
degli schizofrenici, effetto che si ottiene raramente attraverso l’assunzione
di farmaci psichiatrici.
domenica 2 giugno 2013
UN TEST PER SCOPRIRE LA DEPRESSIONE POST-PARTUM
Colpisce molte donne, dopo la gravidanza, con un disturbo
dell'umore che si manifesta nelle prime settimane successive al parto e poi si
trasforma in una vera e propria depressione, che può portare a compiere gesti
estremi, anche sui propri stessi figli. Un disturbo che però ora potrebbe
essere diagnosticato, con un semplice esame del sangue. Grazie ad una ricerca
condotta da Zachary Kaminsky , psichiatra della Johns Hopkins University School
of Medicine di Baltimora, si è infatti scoperto che la depressione post-partum
è correlata alla presenza di due geni del DNA, indicatori del rischio di questa
patologia.
Sottoponendo la donna ad un semplice prelievo del sangue e
successivo test, dunque, si potrebbe verificare la presenza o meno di questi
geni, in modo da intervenire preventivamente sui soggetti a rischio. Secondo la
ricerca, pubblicata sulla rivista Molecular Psychiatry , l'attendibilità del
test è pari all'85%. In oltre 8 donne su 10 sottoposte allo studio e risultate
"propense" ad andare incontro ad una depressione dopo la gravidanza,
è stata infatti riscontrata la presenza dei geni TT9B e HP1BP3, entrambi importanti
per la loro influenza sul corretto funzionamento dell'ipotalamo, ovvero una
struttura del sistema nervoso centrale dove risiedono numerosi nuclei che
attivano, controllano e integrano l'attività endocrina e alcune funzioni
fondamentali come il sonno, l'assunzione del cibo, il bilancio idro-salino e la
termoregolazione.
Tra i sintoni della depressione post-partum ci sono proprio
crisi di pianto e cambi di umore, irritabilità generale, ma anche perdita di
appetito o sonno (o al contrario l'incapacità di stare svegli), perdita di
interesse nei confronti delle attività quotidiane e del neonato. Fino ad oggi
questo disturbo è stato curato tramite la somministrazione di farmaci
anti-depressivi, con particolare attenzione, però, alle limitazioni che questi
comportano sulla possibilità di allattare. Fondamentale anche e soprattutto il
supporto psicologico alle neo-mamme, che in alcuni casi può limitarsi alla
vicinanza da parte di un familiare, mentre in altri necessità dell'intervento
di uno specialista, con una vera e propria psicoterapia.
Quanto all'incidenza della depressione, secondo recenti
stime il 10-15% delle donne ne è a rischio, mentre durante e dopo una
gravidanza questa percentuale aumenta fino a 7 volte tanto. Nelle donne con
precedenti diagnosi di disturbi dell'umore, il rischio che possa insorgere la
depressione post-partum viene indicato nel 35%, mentre in chi non ha mai
sofferto di disturbi analoghi in precedenza, si attesta al 18%. La possibilità
di scoprire il rischio di andare incontro a questa patologia, tramite un test
del sangue, potrebbe ridurre sensibilmente questi numeri.
PER LA DEPRESSIONE SONO EFFICACI TUTTI I TIPI DI PSICOTERAPIA
(AGI) - Londra, 30 mag. - Tutte le tipologie di psicoterapia
risultano efficaci nel trattamento della depressione senza farmaci, secondo un
nuovo studio internazionale coordinato dall'Universita' di Berna che ha
analizzato i dati di oltre quindicimila pazienti che si sono sottoposti a
sedute con sette differenti approcci psicologici: psicoterapia interpersonale,
attivazione comportamentale, terapia cognitivo-comportamentale, terapia di
problem solving, terapia psicodinamica, training di competenze sociali e
consulenza di supporto. Dai risultati e' emerso che tutte e sette le terapie
hanno prodotto ottimi risultati nella riduzione dei sintomi della depressione
senza differenze significative tra i metodi. La ricerca "Comparative
Efficacy of Seven Psychotherapeutic Interventions for Patients with Depression:
A Network Meta-Analysis" e' stata condotta da Jurgen Barth e pubblicata
sulla rivista Plos Medicine.
IL NOSTRO CERVELLO PRODUCE DA SOLO L'ANSIOLITICO
Il nostro cervello si produce il "valium" da solo. La scoperta, resa nota sulla rivista Neuron, si deve a ricercatori della Stanford University School of Medicine in California diretti da John Huguenard che hanno scoperto che il cervello autoproduce una piccola proteina con effetti calmanti e analogo meccanismo d'azione degli ansiolitici, le benzodiazepine.
Si tratta della proteina chiamata 'DBI' e potrebbe fornire la chiave per nuovi farmaci anti-ansia e antiepilessia. Le benzodiazepine, farmaci anti-ansia e contro l'insonnia che però danno dipendenza, agiscono sul cervello aiutando il neurotrasmettitore 'calmante' per eccellenza, il Gaba. Questo si lega a recettori sui neuroni e letteralmente li calma, riducendo la loro attività. Il Gaba viene aiutato a fare il suo lavoro dai principi attivi delle benzodiazepine.
Ebbene, in una serie di esperimenti sui topi, gli esperti hanno scoperto che la molecola naturale DBI fa esattamente la stessa cosa ed è per di più attiva in una regione chiave in cui hanno origine gli attacchi epilettici, il talamo. Secondo gli studiosi, questo può essere l'inizio di un nuovo fronte della ricerca che potrebbe portare allo sviluppo di nuovi farmaci antiepilettici e anti-ansia.
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